Unità di strada, ecco il report dell’assessorato alle Politiche Sociali

243 senza dimora censiti sul territorio di Pescara dal mese di settembre al 1 aprile. Sono i dati che emergono dal resoconto dal servizio delle unità di strada, attivato dall’Amministrazione Comunale, in collaborazione con la Caritas e l’associazione On the Road e il sostegno della Mensa di San Francesco, Croce Rossa, della Comunità di Sant’Egidio, dell’associazione Papa Giovanni XXIII e del Gruppo di Volontariato Vincenziano. Delle 243 persone avvicinate in strada (170 uomini e 73 donne), 138 sono rumeni (di cui 100 di etnia rom), 55 italiani, 18 marocchini, 5 tunisini, 5 polacchi , 2 indiani, 1 egiziani e 19 di altre nazionalità.

“Il servizio – spiega l’Assessore alle Politiche Sociali, Antonella Allegrino – mira a dare assistenza alle persone che vivono per strada  e ad avviarle verso un nuovo progetto di vita e di superamento del disagio. Non sempre, però, questo è possibile perché molti senzatetto preferiscono restare nella loro condizione, soprattutto quando ci sono problematiche di dipendenza da alcol, droghe o di carattere psichico”

Per condividere l’attività svolta sul territorio dalle unità di strada, l’assessore Allegrino ha accompagnato, ieri sera, gli operatori in una delle uscite settimanali. A bordo di un camper, che ha monitorato varie zone della città partendo alle 20 dalla stazione ferroviaria, erano presenti Luigina Tartagli,Teodoro Rotolo e Iuliana Adriana Lefter, rispettivamente operatori sociali e mediatrice culturale della Caritas, Matilde Somma e Luana Lamelza, dell’associazione On the Road. La prima tappa è stata in periferia, dove sotto i portici di un palazzo, dorme ogni sera dorme Dioma, 54 anni di Dakar. Vende accendini per strada e non ha il permesso di soggiorno, “anche se in passato – hanno spiegato le operatrici – ha lavorato 4 anni nell’archivio di una biblioteca a Torino e poi a Teramo”. Nell’incontro con l’assessore, Dioma ha spiegato di non voler lasciare il suo rifugio per andare nel dormitorio gestito dalla Caritas perché lavora anche di notte e, pertanto, gli orari non sono compatibili con quelli della struttura.

“Dioma ha problemi di alcolismo, mangia con quello che riesce a racimolare ogni giorno ed ha con sé poche cose per ripararsi durante la notte – racconta Allegrino che ha parlato a lungo con l’uomo- Gli operatori delle unità di strada continueranno a seguirlo e a cercare di convincerlo ad andare in dormitorio per intraprendere un percorso di recupero dalla dipendenza e di reinserimento sociale”.

Il camper si è poi diretto in una via del centro, dove ogni sera, nella rientranza di una vetrina di un negozio sfitto, dorme Luisa, 40 anni, di Bari, una vita sulla strada. Ha sistemato una coperta tra alcuni borsoni per coricarsi, durante il giorno gira per la città.  Nel dormitorio ha scelto di andare solo nel periodo in cui le temperature sono state più rigide, poi è tornata nella sua ‘postazione’ anche se le piacerebbe vivere su un camper.  Vuole restare in strada perché incontra la gente e sente la musica, dice all’assessore mentre beve un bicchiere di tè caldo e accetta alcune pizzette dalle operatrici, che la conoscono da tempo.

“Una persona come Luisa – spiega Antonella Allegrino – potrebbe affrontare un’esperienza di housing first. Nel nuovo Piano sociale che stiamo redigendo, saranno inserite, infatti, due abitazioni in cui alcuni senzatetto, sostenuti dagli operatori dei servizi di prossimità, potranno vivere insieme per iniziare un percorso di reinserimento sociale”. A poca distanza, di fronte alla stazione ferroviaria, in una pensilina davanti alla quale sostano gli autobus, dorme Francesca, 50 anni, siciliana, sposata, con figli “con cui non vuole avere più rapporti – spiegano le operatrici – Non ha voluto raccontarci cosa è accaduto, ma deve essere stato un grande dolore”. Da pochi giorni a Pescara, ha accettato di andare in dormitorio ma non ha ricevuto una buona accoglienza dalle altre  ospiti della struttura e ora rifiuta di tornarci.

“Tra le donne che vivono in strada c’è poca solidarietà – afferma Luigina Tartaglia – Gli uomini fanno più squadra, si aiutano, le donne no, hanno uno spirito di sopravvivenza diverso, sono molto selettive”.

“Quasi tutte – aggiunge Matilde Somma – diventano schizofreniche perché hanno paura e si guardano continuamente alle spalle. Portano con sé storie molto dolorose, spesso sono mogli e  madri che hanno dovuto recidere questi rapporti perché era l’unica strada percorribile dopo un grande trauma”. Anche il tunnel che ospiterà il mercatino degli extracomunitari, è rifugio di alcuni senzatetto avvicinati dalle unità di strada. Tra di essi c’è Said, 60 anni, marocchino, che  ha problemi di alcolismo da 30 anni e vive chiedendo l’elemosina in una via del centro. Ultimamente è stato preso di mira da alcuni rumeni, che lo hanno preso a calci e allontanato dal suo rifugio e ora ha paura.

“L’aspetto più importante – ha aggiunto l’assessore Allegrino – è che queste persone possano essere seguite costantemente, perché per molti si tratta dell’unico legame che hanno con il resto del mondo. Bisogna insistere, a volte anche per mesi, per trovare la giusta chiave di accesso e far scattare una motivazione che li porti ad abbandonare la strada e a farsi aiutare per poter intraprendere un percorso di reinserimento nella società. Ogni caso va affrontato con un approccio diverso perché ogni persona ha una storia personale. Continuerò a seguire da vicino questa attività con la collaborazione degli operatori delle unità di strada, che inviano periodicamente report all’Amministrazione Comunale”.

Il tavolo di lavoro, di cui fanno parte tutte le associazioni che operano con le unità di strada, si riunisce mensilmente per monitorare la situazione, su convocazione dei Servizi sociali. E’ in preparazione, inoltre, un protocollo operativo di collaborazione tra l’Amministrazione Comunale e le diverse associazioni impegnate, che prevede anche la presenza del Centro di salute mentale e del Servizio Dipendenze della Asl.

 

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