E’ stata una serata emozionante e coinvolgente quella che il comico Paolo Ruffini, insieme agli attori disabili della compagnia teatrale livornese Mayor Von Frinzius, ha dedicato al pubblico pescarese con “Un grande abbraccio”, lo spettacolo organizzato dall’Assessorato alle Politiche Sociali, al teatro Massimo, in occasione della Giornata mondiale della Sindrome di Down. Una rappresentazione che ha regalato agli spettatori presenti in platea, circa un migliaio, momenti di comicità e risate, di musica e ballo, ma anche monologhi dedicati al senso e alla bellezza della vita, al valore della felicità, all’effetto negativo dei social network sulle relazioni umane e a quanto si perde “ad essere normali”.
In apertura dello spettacolo, dopo il saluto dell’assessore alle Politiche Sociali, Antonella Allegrino, sono stati lanciati in platea grandi palloni “smile” con cui il pubblico ha giocato al ritmo di una trascinante musica dance. Animato dalla sua verve toscana, energica e prorompente, Ruffini è sceso subito tra gli spettatori interagendo più volte con loro, giocando e scambiando abbracci e battute improvvisate. Poi ha preannunciato l’inizio del vero spettacolo, un varietà di grande impatto, con lustrini, paillettes, e ospiti internazionali. Un desiderio che hanno reso impossibile da realizzare i suo compagni di scena, gli attori disabili della compagnia Mayor Von Frinzius, che interrompendo più volte monologhi e presentazioni hanno provocato le proteste del comico. Gags in cui Ruffini ha fatto da “spalla” a Simone, Cavaleri, ragazzo down e co-conduttore dello spettacolo, che ha improvvisato un “Gioca jouer” coinvolgendo il pubblico; è stato sfidato in una gara di canto da David Raspi, attore autistico, che ha eseguito il “Nessun dorma” di Giacomo Puccini strappando un lungo applauso al pubblico e bissando il successo subito dopo con un emozionante passo a due di danza; è stato provocato da Erika Bonura, vestita in stile Jessica Rabbit; ha dialogato con Giacomo Scarno,
Andrea Lo Schiavo e Federico Parlanti, tutti attori down. Interventi divertenti seguiti dai monologhi del comico toscano, che attraverso i ricordi della sua infanzia e la semplicità di abitudini e compiti quotidiani, ha sottolineato l’effetto negativo dei social network, “contenitori” di rabbie e frustrazioni, sulle relazioni umane, ha elencato, con il contributo di alcune immagini, gli “orrori” di Facebook, ha evidenziato la solitudine dei giovani, che anche in gruppo, restano attaccati ai cellulari senza dialogare, ha parlato della “disabilità del genere umano alla felicità” quasi fosse una condizione impossibile da raggiungere e della nostra “resistenza al sorriso”. E, infine, la lezione che Ruffini stesso ha imparato lavorando con i suoi compagni: “Ho capito che il disabile non è la persona che non si si sente ‘abile a’, ma è colui a cui qualcuno dice che ‘non è abile a’ – ha detto – Pensate a quante persone disabili avete incontrato da questa mattina, disabili alla bellezza, alla felicità, a sorridere. E invece dobbiamo permettercela la bellezza, dobbiamo renderci abili alla felicità”. Lo spettacolo è stato concluso con l’invito al pubblico a stringersi in “un grande abbraccio”, un gesto compiuto sulla scena da Ruffini,dagli attori e da alcuni spettatori e accompagnato da un lungo applauso della platea.
“Sono davvero felice che la cittadinanza abbia raccolto l’invito ad assistere allo spettacolo ed abbia partecipato divertendosi e interagendo con i protagonisti- ha commentato l’assessore Antonella Allegrino – Abbiamo sorriso, riso, ballato, giocato, ma anche pensato e riflettuto grazie a Paolo Ruffini, che è stato veramente un interprete straordinario, e ai suoi bravissimi compagni di scena. Il teatro ci ha uniti in un grande abbraccio, ci ha invitato all’accoglienza, all’inclusione, a riflettere sul senso della nostra esistenza, a dare il giusto peso a ciò che ci accade perché non è tanto difficile essere felici e sorridere alla vita, soprattutto se ci si dona agli altri. Spero che questo messaggio abbia raggiunto il cuore delle tante persone che erano in platea”.
L’evento al teatro Massimo è stato organizzato nell’ambito del progetto “Solidarietà fa sport”, la campagna di sensibilizzazione sulle varie forme di disabilità ideata dall’Assessorato alle politiche sociali e realizzata con la collaborazione delle associazioni che si occupano di sport per disabili e di disabilità. Il progetto, avviato a febbraio, prevede una serie di incontri nelle scuole secondarie di primo e secondo grado, a cui partecipano atleti disabili e rappresentanti delle associazioni per valorizzare lo sport quale strumento privilegiato di integrazione.